venerdì 24 aprile 2015
Quale sarà il futuro dell'Albo dell'autotrasporto? Ecco le risposte di tutte le associazioni di categoria
La riforma dell’Albo dell’Autotrasporto non è ancora completamente compiuta e, a questo punto, rispetto ai tempi indicati dalla legge, andrà fatta in tempi rapidi. Ma quale ruolo e quali impegni dovrà avere questo organismo? Ecco i pareri dei rappresentanti dei principali organi di categoria espressi e raccolti a margine dei convegni organizzati nel corso del Transpotec di Verona. Silvio Faggi, vicepresidente del Comitato Centrale dell'Albo e segretario nazionale Fiap, sottolinea in particolare i tanti impegni che graveranno l’Albo nei prossimi mesi, visto che oltre ai nuovi compiti che la Legge di Stabilità gli ha attribuito, dovrà continuare a svolgere anche una serie di altre attività come quella della formazione e valorizzazione delle imprese, e dedicarsi allo studio di un testo unico delle norme dell'autotrasporto per renderle più vicine alle esigenze degli autotrasportatori. «È necessario che le norme siano un fattore di sviluppo per le imprese e non un intralcio – ha sottolineato Faggi – e su questo l'Albo può giocare un ruolo importante». Gli fa eco il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, che dopo aver ribadito la necessità di una semplificazione normativa e di un'uniformità nell'applicazione delle regole, spiega che «l'Albo deve essere aperto a tutte le imprese che vogliono operare. Va bene la concorrenza ma tutti dobbiamo lavorare con le stesse regole». Claudio Donati, segretario nazionale di Assotir, parte invece dal dilagante contesto di illegalità che avviluppa l’autotrasporto, per sottolineare come ci sia «bisogno di un impegno comune – che veda coinvolti le istituzioni e tutti i protagonisti della filiera logistica – per riaffermare un vero e proprio patto di legalità e di volontà riformatrice». Ma secondo Donati c’è anche bisogno di un Governo che assuma la questione del trasporto e della logistica come grande questione nazionale e di Associazioni di categoria che, «riscoprano il superiore valore dell’unità rispetto alla pur legittima riaffermazione della propria identità». «Ove tutto ciò avvenisse – conclude Donati – allora sarà più facile per un Albo dell’autotrasporto che faccia il proprio dovere con serietà, impegno e senza sprechi, tornare a essere, come in un non lontano passato, la vera e proprie “casa dell’autotrasporto” italiano». Analogo concetto ribadisce Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti, che considera la maggiore coesione tra le Associazioni dell'autotrasporto uno strumento efficace «per poter contrastare quei fenomeni dannosi per il settore, quali il cabotaggio illegale e la concorrenza sleale che genera il dumping». Mentre su quale sarà il ruolo dell’Albo in futuro, Genedani risponde secco: «Tecnicamente l’Albo dovrà essere lo strumento principale a disposizione della committenza per verificare la regolarità delle imprese, contrastando in tal modo il fenomeno dilagante dell’abusivismo. In altre parole, l’Albo dovrà assurgere al ruolo di garante della legalità, ponendosi a sostegno e salvaguardia di quei vettori che operano nel pieno rispetto delle regole». E la stessa parola - «regole» - è ripetuta anche Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, secondo il quale «l'Albo è lo strumento attraverso cui le associazioni di autotrasporto dovranno organizzarsi con regolarità. Attraverso l'Albo bisogna dare concretezza alle parole regole, sicurezza e competitività». Fuori dal coro – ma a dire il vero, anche lontana dagli incontri (visto che a Verona non si è fatta vedere) – giunge la voce di Cinzia Franchini, presidente nazionale di CNA-Fita. «L’Albo dell’Autotrasporto – scrive in una nota – segna ormai il passo evidente di tempi andati, di logiche superate, di lobbisti logorati, ma soprattutto rappresenta il simbolo più fastidioso di quella burocrazia asfissiante e costosa che frena il Paese e chi, da imprenditore, ha ancora il coraggio di scommettere su un futuro produttivo. Si parla spesso a vanvera di semplificazione e di sburocratizzazione: la Politica cosa aspetta a chiudere l’Albo?».
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